“La comunicazione dell’azzardo, quella vera, informativa, utile al consumatore manca in televisione come su tutti gli altri media, mentre va forte quella promozionale, la pubblicità di prodotto”
“Ogni volta – scrive l’avv. Osvaldo Asteriti – che vedo il ragazzino che gioca al piccolo naufragio e con voce monocorde invoca ‘fate presto, fate presto’, a cui risponde il faccione di Claudio Amendola, ricordando a lui e a noi, e in particolare a chi ha una barca, che per le emergenze in mare occorre chiamare la guardia costiera e non, che so, la Camera di commercio.
A proposito, il Governo e la Rai dovrebbero scegliere meglio i testimonial a cui affidare le campagne istituzionali, visto che il Nostro, la sera, dimessa la divisa da guardacoste, sui canali a pagamento (media specializzati) veste i panni di ‘membro’ di Bet365.it, un importante sito di scommesse con sede in Inghilterra.
Ogni volta che vedo Frassica dare dello scemo a chi fuma, o a chi si fa un selfie mentre guida o a chi non usa il casco.
Ogni volta che vedo Don Matteo, a cavallo, anche lui in divisa che invita gli spettatori a chiamare il Corpo forestale dello Stato, nel caso che avvisti un incendio boschivo, e non la Guardia costiera.
Ogni volta che vedo una delle 67 campagne di comunicazione istituzionale promosse sulle reti televisive e radiofoniche nazionali dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, su uno qualsiasi degli argomenti scelti, dal consumo del latte fresco al DURC, dall’identità dell’Inail, alla educazione stradale, mi chiedo come mai il Presidente Renzi non abbia raccolto il mio invito, anzi i miei 15 inviti, a trasmettere una campagna di comunicazione sul gioco d’azzardo.
Una campagna per avvertire le persone, con la dovuta enfasi e la necessaria correttezza, che il gioco d’azzardo fa male alla salute, come il fumo, e che la sua pratica è vietata ai minori di età.
Oggi, la comunicazione di questi aspetti del gioco d’azzardo, obbligatoria per legge, viene affidata agli stessi concessionari che vendono gioco d’azzardo, che, in una chiara situazione di conflitto di interesse, se ne liberano in modo frettoloso e svogliato, al termine della pubblicità del prodotto.
Come affidare una campagna di informazione sui rischi del consumo della pasta… alla Barilla.
Forse sono un ingenuo, ma mi chiedo perché per il gioco d’azzardo il Governo non intende neppure correre il rischio di una campagna di informazione limitata agli aspetti che si ripercuotono su interessi primari, di rango costituzionale delle persone, come la tutela della salute e la tutela dei minori.
La risposta che mi viene in mente è che un business da 90 miliardi di euro all’anno non può essere ‘disturbato’ da elementi informativi, anche se a tutela delle persone.
E poi, per poter ‘spacciare’ gioco d’azzardo come innocuo ‘gioco con vincite in denaro’, non si può avvertire il consumatore che è vietato ai minori e può nuocere alla salute, almeno non quello legale e responsabile offerto dai monopoli.
Forse sono un ingenuo, ma alla domanda di Frassica ‘ma che sei scemo?’ io risponderei di no”.