Editoriale del Presidente AIART MARCHE (Tratto da Emmaus 8/2/2015)
Che il festival di Sanremo, insidiato dai più dinamici talent, non sia più programma di punta nel panorama televisivo italiano è ormai risaputo. Che ogni anno gli autori di turno (stavolta Carlo Conti & C.) siano impegnati nella ricerca spasmodica di colpi di scena piuttosto che di qualità nei brani in gara è del tutto evidente. Che però si decida deliberatamente e sistematicamente di utilizzare il palcoscenico dell’Ariston, all’interno di un programma nato e pensato per le famiglie, per propagandare l’ideologia radical chic del momento non è accettabile. La decisione d’invitare come ospite straniero e strapagato il o la drag queen Conchita Wurst, che ci tiene a definirsi donna “in barba” - non per modo di dire - alle evidenze, è il chiaro segno di una scelta intenzionale, dimostrata pure dalla partecipazione in gara dell’onnipresente Mauro Coruzzi alias Platinette che ogni serata cambierà genere… ma non musicale. Basterà il carnevale a non farci pensare al prezzo di certi travestimenti?