Audizione dell'AIART Marche nella prima commissione "Affari Istituzionali" in occasione della predisposizione di un disegno di legge regionale per la prevenzione e la repressione del Bullismo e del Cyberbullismo in attuazione della legge 71 del 2017.
Il 12 marzo l’Associazione Cittadini Mediali in audizione presso l’Assemblea Legislativa della Regione Marche.
Un importante riconoscimento dell'impegno profuso in questi anni dall’AIART Marche nei diversi contesti per la promozione di una cittadinanza mediale sempre più consapevole e responsabile.
Oltre al dott. Lorenzo Lattanzi, Presidente Aiart Marche, sono stati ascoltati referenti della giustizia minorile e della scuola, medici, psicologi, assistenti sociali, educatori: il presidente del Tribunale dei Minorenni Vincenzo Capezza, la direttrice dell'Ufficio Servizio sociale minorenni, Patrizia Giunto, il responsabile bullismo e cyberbullismo dell'Ufficio scolastico regionale Massimo Iavarone, il direttore del Centro Adolescenti “Ospedali riuniti” Bernardo Nardi e la dirigente psicologa Sara Rupoli, il responsabile delle dipendenze patologiche dell'Area Vasta 1 di Fano Piergiorgio Mazzoli.
Questi i principali punti toccati dall’Aiart Marche:
- Tenere sempre presente il paradosso che “il bullo - cyber e non - è la prima vittima”: evitare di criminalizzare è il primo passo nella giusta direzione.
- Percorsi di educazione alla legalità, alla relazione, alla resilienza, alla socialità e all'affettività (rispecchiamento emotivo) dovrebbero costituire il fulcro di un'azione formativa incisiva ed efficace volta ad una consapevole e responsabile "cittadinanza digitale" (concetto che andrebbe menzionato e che si ritiene dirimente in quanto portatore implicito di diritti e doveri specifici);
- Ricordare che le esperienze online e offline - specialmente tra gli adolescenti e i giovani - costituiscono un tutt'uno con la loro vita relazionale, sociale e affettiva. Purtroppo comportamenti devianti a scuola, in famiglia e nei luoghi di aggregazione hanno maggiori probabilità di riverberarsi sul web e viceversa;
- Evitare cornici definitorie tanto rassicuranti quanto fuorvianti tipo ”nativi digitali”, “millenials”, ecc…
- Il mese dedicato all'educazione ai nuovi media per la prevenzione ed il contrasto del bullismo, cyberbullismo, sexting e della cyberpedofilia, potrà essere incisivo soltanto se promuoverà maggiormente l'avvio di percorsi formativi articolati ad hoc, evitando o riducendo al minimo indispensabile "eventi spot" una tantum;
- Va valorizzata “la comprovata esperienza” maturata anche dalle associazioni così come previsto dalla Legge 29 maggio 2017 n. 71 (art. 3) recante "Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo";
- Nell'individuazione dei beneficiari dei finanziamenti andrebbe dato maggiore peso alle attività svolte in maniera sistematica e progettuale in rete attraverso collaborazioni proficue a livello istituzionale con Polizia Postale, Istituzioni Scolastiche, Comuni e tra Associazioni.
- Fondamentale sarà la valutazione dei curricula dei vari "esperti" incaricati della formazione, poiché in questo ambito, in perenne mutamento e in continuo allarme, non bastano le buone intenzioni di volontari più o meno improvvisati che presentano a livello fenomenologico le diverse problematiche, ma sono necessari professionisti in grado di alimentare competenza, consapevolezza, senso critico e responsabilità, non soltanto negli adolescenti, ma anche e soprattutto negli adulti;
- Quasi sempre alla base del perpetrarsi dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo c’è proprio la scarsa consapevolezza delle responsabilità educative e di vigilanza da parte del mondo adulto. La maggior parte delle energie andranno rivolte alla formazione e al coinvolgimento di genitori, insegnanti, educatori in genere. Il comportamento sbagliato dei ragazzi nei diversi contesti è la conseguenza di un contesto educativo “in affanno”.