Facebook: l’allarme del presidente AIART Marche dopo il caso Cambridge Analytica
Scopri come saresti se fossi un attore di Hollywood!” attraverso test come questo Cambridge Analytica ha raccolto migliaia di dati su utenti di Facebook, utilizzandoli come cavie per sperimentare l’efficacia di slogan per la campagna elettorale statunitense. Questo, in estrema sintesi, lo scandalo che ha travolto Mark Zuckerberg e soci, portando al crollo in borsa i titoli del social network più popolare del pianeta.
Ma se non si ha voglia di leggere le condizioni d’uso delle diverse piattaforme è inutile sdegnarsi per l’utilizzo che la rete fa delle nostre informazioni personali. Whatsapp, ad esempio, regala allo stesso Zuckerberg tutti i contatti nella rubrica del nostro cellulare, ma in quanti ci hanno mai fatto caso?
Quando si affrontano tematiche connesse alla rete si rischia spesso di polarizzare le questioni: da un lato se ne decantano meraviglie e prospettive di sviluppo per il benessere dell’uomo; dall’altro si mette in guardia da insidie e pericoli, spargendo allarmismo a piene mani.
Entrambe le posizioni però sono inficiate da un grossolano errore di prospettiva: attribuire a strumenti e piattaforme il potere di condizionare il nostro comportamento. Invece, paradossalmente, dovremmo essere grati a quest’era digitale che finalmente ci mette di fronte alle grandi carenze educative della nostra società. Si tratta certamente di nuovi contesti esistenziali che necessitano di prudenza e accortezza, ma osservando attentamente i comportamenti del “popolo della rete” potremmo anche riconoscervi il riflesso di parte del nostro modo di pensare, di agire e di reagire. E lo sdegno con cui spesso assistiamo alle performances di amici e familiari nei contesti social mediali dovrebbe lasciare spazio ad una riflessione più profonda. Diffusione di bufale, odio, emotività, narcisismo sono alcune tra le debolezze che da sempre contraddistinguono l’umanità, e i media digitali non fanno altro che amplificarle e metterle quotidianamente “sotto i riflettori”.
Allora bisognerà prendere atto dell’urgenza e della necessità di tornare ad educare per rendersi consapevoli dei propri diritti e doveri, con il necessario senso critico rispetto ai messaggi che si ricevono e la giusta dose di responsabilità nei confronti di ciò che si produce o si contribuisce a diffondere. Soltanto in questo modo impareremo ad essere veri cittadini mediali. Dunque serve a poco prendersela con il capro espiatorio tecnologico di turno. È giunta l’ora di rimboccarsi le maniche per cominciare a impegnarsi nella formazione. La nostra, innanzitutto.
Lorenzo Lattanzi
Presidente AIART Marche
Responsabile Progetti Scuole
L’AIART (Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Telespettatori), associazione cittadini mediali onlus, opera sul territorio nazionale e regionale promuovendo azioni di tutela degli utenti e attività formative rivolte a insegnanti, genitori e ragazzi nei diversi contesti.
Sito nazionale www.aiart.org
Regionale www.aiartmarche.org
Pagina facebook facebook.com/aiart.Marche/