Il suicidio di Tiziana Cantone e la violenza sulla ragazza di Rimini impongono una riflessione seria.
Senso di umana responsabilità sarebbe necessario da parte di tutti: chi pubblica, chi condivide, chi riprende e chi si fa riprendere. Se si colpevolizza soltanto chi pubblica o condivide si commette un'errore di prospettiva macroscopico.
Bisogna educare adulti e giovani a combattere la superficialità e riscoprire il senso del limite, ci domandiamo e vi domandiamo se una qualche influenza l'abbia esercitata una certa narrazione della sessualità, che a livello mediale (cinema, tv, web...) è sempre più banalizzata ed estremizzata. Non si tratta tanto di pretendere censure da parte di terzi, ma sano autocontrollo e responsabilità da parte di una "comunità umana" sempre tentata dal pensiero che ad essere educati debbano essere soltanto gli altri...e poi, che male c'è?
La grande assente dalle nostre scuole è la media education, lasciata all'iniziativa di pochi pionieri che ci provano quasi sempre da autodidatti. Bisogna educare all'uso consapevole di certi strumenti, senza trascurare il cuore dell'uomo la sua sete d'infinito, d'amore e le sue fragilità. Questa è da sempre la mission dell'Aiart.
Da anni siamo a disposizione gratuitamente per incontri formativi che aiutano a conoscere meglio gli strumenti, rimettendo al centro la persona, piena di ricchezza e di mistero. Per questo scegliamo di non giudicare nessuno, di'intensificare il nostro impegno associativo e di pregare per tutti coloro che sono stati coinvolti o toccati da questa tragedia... nell'anno della misericordia.
Lorenzo Lattanzi
Pres. Reg. AIART
Filmini hot in rete, donna si suicida per la vergogna ansa.it
Filmata dalle amiche mentre viene stuprata. bologna.repubblica.it
Comunicato stampa del Presidente nazionale aiart Massimiliano Padula:
Suicidio di Tiziana Cantone: Padula (Aiart), “tutti noi possiamo diventare vittime o carnefici”
14 settembre 2016
“La vicenda del suicidio di Tiziana Cantone evidenzia come la responsabilità personale sia sempre più sfumata e indipendente dalla nostra presenza online o offline”. A sottolinearlo è Massimiliano Padula, presidente dell’Aiart, l’Associazione di ispirazione cattolica che educa e tutela gli utenti dei media. Secondo Padula questo caso “è emblematico di come tutti noi possiamo diventare vittime o carnefici di una vera e propria schizofrenia da social. Vittime, come la ragazza napoletana che ha sottovalutato ciò che stava facendo. Carnefici, come l’autore del video e le migliaia di utenti del web che lo hanno visualizzato, replicato, deriso e parodiato in modo incosciente. E continuano a farlo anche adesso che Tiziana non c’è più”. Secondo il presidente dell’Aiart, “dare la colpa al web non fa altro che esimerci dalle nostre responsabilità”: “La rete e i suoi spazi infiniti – aggiunge – altro non sono che traslato dei nostri valori, delle nostre intenzioni, dei nostri vizi. Per questo è necessario educarci medialmente, prendere coscienza cioè dei rischi e delle derive che la Rete può determinare. Serve – spiega Padula – una vera e propria alleanza educativa che impegni famiglia, scuole, associazioni e media nella creazione di una cittadinanza mediale, con diritti e doveri, responsabile e capace di discernimento autentico. Solo così si potrà contribuire ad evitare altre vicende tragiche come quella di Tiziana”.
fonte agensir.it