quindi Person of Interest, o qualcosa di simile, sta davvero diventando realtà. La versione della vita reale si chiama FindFace ed è un’applicazione sviluppata da due russi – formati negli Stati Uniti – il 26enne Artem Kukharenko e il 29enne Alexander Kabakov.
Cosa consente di fare? Semplice e raggelante: scattare una foto a uno sconosciuto e ottenerne l’identificazione in base all’analisi di un database. Nel caso di FindFace quello di confronto e verifica è l’archivio delle immagini di VKontakte, il Facebook russo fondato (e poi abbandonato) da Pavel Durov, lo stesso di Telegram, forte di 200 milioni di utenti.
Al momento il tasso di precisione – dicono gli sviluppatori, ma è tutto da verificare – si aggira intorno al 70%. E se anche non ci azzecca, ti vengono suggerite altre facce simili a quella che stavi tentando di scovare nel mare magnum del social russo. Volendo potresti anche caricare la foto del tuo attore preferito per capire se sul web c’è qualcuno che gli somigli.
L’obiettivo, stando al tono davvero troppo leggero con cui hanno raccontato il progetto al Guardian, è anche un altro. Oltre a trasformarsi in un’arma perfetta per gli stalker e i molestatori di mezzo pianeta, FindFace potrebbe in realtà diventare un implacabile strumento per “garantire la sicurezza” nelle grandi città. Ammesso che per garantire la sicurezza si debba definitivamente annientare la privacy individuale.
A quanto pare, l’applicazione funziona. Qualche inquietante prova si è già vista con l’esperimento di un fotografo di San Pietroburgo, tale Egor Tsvetkov, che in buona sostanza se n’è andato in giro per i mezzi pubblici a fotografare sconosciuti e a identificarli con l’app. Traendone una serie di accoppiate fotografiche dei vari individui in metropolitana insieme agli scatti presi dal loro profilo sul social network. Altri, invece, pare abbiano utilizzato l’app per scovare i profili social delle pornoattrici. E molestarle.
Ma il punto è un altro: non solo la coppia di fondatori sostiene di essere stata contattata dalla Polizia di alcune regioni del Paese, che ha trovato FindFace molto utile per individuare i sospetti di casi anche freddi beccandoli sulla piattaforma a partire dalle foto segnaletiche, ma a quanto pare anche il comune di Mosca sarà presto della partita.
Il meccanismo di riconoscimento facciale, reso clamorosamente rapido nel confronto con il database da un algoritmo di loro sviluppo – che da febbraio ha processato tre milioni di ricerche da 500mila utenti in un database da un miliardo di foto – potrebbe infatti essere applicato ai contenuti registrati dalle 150mila videocamere a circuito chiuso della capitale. L’idea è catturare subito il responsabile di un crimine dando in pasto al sistema di Kukharenko e Kabakov i fotogrammi dei sospetti per confrontarli in tempi velocissimi all’elenco dei ricercati, ai documenti dei tribunali e, perché no, ai profili di VKontakte e compagnia.
I due immaginano infine anche delle ricadute in termini commerciali. Per bersagliarci di annunci e pubblicità mirata dopo averci individuato (e identificato) in giro, magari di fronte a una vetrina di strumenti musicali o di una certa catena di negozi.
Davvero troppo semplice immaginare ogni possibile sinistra applicazione: dai regimi autoritari alla progressiva erosione della riservatezza personale passando per la censura delle dimostrazioni di piazza (in Cina ci sta già pensando Baidu, singolare questa comunanza d’intenti in due Paesi campioni dei diritti umani) in ogni genere di contesto.
In fondo, neanche la democrazia è una garanzia contro gli abusi, tutto il contrario. Qualcuno, tempo fa, ha anche detto di volerci taggare (!) tutti, per esempio. Sembra insomma che il confronto con la possibilità di riconoscimento facciale non sia ancora iniziato e che non si riesca neanche a prefigurarne le delicatissime conseguenze. Forse FindFace potrà spingere il dibattito.