Quanto è accaduto nella già «cattolicissima Irlanda» è stato accolto con sorpresa, di qua gongolante e soddisfatta, di là attonita e sgomenta.
Ci si chiede perché e si sprecano le analisi. Ma forse – sottolineiamo forse – la spiegazione è semplice e vecchia di almeno mezzo secolo, se non di un secolo e mezzo. Tutto era già stato spiegato da Noelle Neumann. E prima ancora da Alexis de Tocqueville.
Cominciamo dal secondo, che scrive quando non ci sono televisione e internet a far pressione sull’opinione pubblica e i quotidiani sono appannaggio dei soli alfabeti. Nel suo saggio del 1856 sulla Rivoluzione francese, un capitolo porta questo titolo infinito, secondo l’usanza del tempo: «In che modo l’irreligione poté divenire passione generale e dominante tra i francesi del diciottesimo secolo e che genere d’influenza ebbe sul carattere della Rivoluzione». Scrive Tocqueville: «Quelli che negavano il cristianesimo alzavano la voce e quelli che vi credevano ancora tacevano: accadde quanto abbiamo visto spesso da allora, e non soltanto in fatto di religione, ma in ogni altra materia. Gli uomini che serbavano l’antica fede temettero di essere soli e, temendo più l’isolamento che l’errore, si unirono alla folla pur senza pensare come essa. Per tal modo quello che non era ancora se non il sentimento di una parte della nazione, parve l’opinione di tutti».
Temendo più l’isolamento che l’errore... La paura di rimanere isolati è così forte da indurre gli individui ad assumere un’opinione contraria alla loro, ma che essi percepiscono come maggioritaria? Sì, accade ed è accaduto e accadrà. Noelle Neumann formula la teoria della "spirale del silenzio" (Schweigespirale) analizzando i flussi elettorali nella Germania Ovest nella seconda metà degli anni Sessanta. In estrema sintesi, in un processo di spirale del silenzio si viene a credere ciò che si pensa che gli altri credano. La spirale si generava ben prima dell’avvento dei media di massa (Tocqueville) ma non c’è dubbio che televisione e internet contribuiscano ad accelerarla, amplificando alcune opinioni e facendole circolare molto più velocemente di altre, fino a oscurarle o a farle apparire irrisorie.
La spirale, scrive Noelle Neumann, indica uno spostamento di opinione nato dal fatto che un gruppo «appare più forte di quanto non sia in realtà, mentre coloro che hanno l’opinione diversa appaiono più deboli di quanto non siano effettivamente. Il risultato è un’illusione ottica o acustica riguardante la situazione effettiva della maggioranza, la bilancia del potere».
E i media? Proviamo a pensare alla grande maggioranza dei talk show, ai toni entusiasti di tanti cronisti di fronte a certe opinioni e irridenti di fronte ad altre, e la costruzione della spirale appare evidente. Occorre infatti liberarsi della falsa convinzione che i media si limitino a rispecchiare l’opinione pubblica. I media la creano, l’opinione pubblica, perché – è sempre Noelle Neumann – «forniscono la pressione ambientale alla quale le persone rispondono sollecitamente, con acquiescenza o con il silenzio».
Non sarà soltanto una spirale del silenzio quella attivata in Irlanda. Ma forse la spirale ha giocato il suo ruolo, come infinite altre volte nella storia. E un ruolo non irrilevante.