A margine dell'ennesimo tragico suicidio di un adolescente bullizzato via chat, la riflessione di Lorenzo Lattanzi, presidente Aiart Marche:
L’ennesimo suicidio di un adolescente, a Gragnano in provincia di Napoli. Che cosa rende i nostri giovani così fortemente fragili? Quando acquistiamo un nuovo cellulare ci preoccupiamo subito di procurarci una buona custodia e una protezione per lo schermo. Le migliori sono quelle in vetro temperato. Straordinariamente dure e al tempo stesso fragili, spesso basta una semplice scheggiatura per mandarle in frantumi. Eppure troppo spesso trascuriamo l'importanza e l'urgenza di una maggiore custodia per i nostri ragazzi. Crediamo che loro non abbiano lo stesso bisogno di protezione. Invece anche la loro esistenza rischia di andare in frantumi non appena viene leggermente scalfita la superficie della loro autostima. Sarebbe inoltre opportuno riflettere insieme anche sulle fragilità di quegli adolescenti che si sentono in diritto di scrivere in chat “Ucciditi!” a un coetaneo. Un imperativo categorico senza alcun rimorso che a noi sembra incomprensibile.
Forse è giunto il momento di ragionare insieme sulla normalizzazione del male e della cattiveria su tante (decisamente troppe) piattaforme mediali. Non si tratta di cercare capri espiatori a questa come a tante altre tragedie, per certi versi simili, eppure diverse e drammaticamente originali, come diversa e drammaticamente originale è ogni morte. Forse dobbiamo avere il coraggio di recuperare certi valori di fondo che probabilmente abbiamo frettolosamente considerato fuori moda. Il male esiste, la cattiveria e la violenza non sono mai giustificabili. Voler il bene per se stessi e per gli altri è la scelta giusta non soltanto per garantirci un futuro migliore, ma per vivere appieno il presente. Costruire e voler bene è enormemente più difficile e faticoso che distruggere e odiare. Ma non possiamo voltarci dall’altra parte di fronte alla sofferenza. Ecco il punto, forse. Non accontentiamoci di denunciare, perché purtroppo il nostro sdegno rischia di essere inutile. Bisogna recuperare il senso profondo della parola Amore (la maiuscola non è casuale). Le nostre analisi e le nostre riflessioni saranno sempre troppo fragilmente superficiali se non sapranno trasformarsi in azioni di cura. Uno sguardo, un abbraccio potrebbero fare la differenza… in presenza.