Lions Club Recanati, in collaborazione con A.G.E, Aiart Marche e Polizia Postale organizzano due incontri formativi
A partire da oggi, venerdì 10 febbraio, si svolgeranno due incontri formativi organizzati da Lions Club Recanati, con il patrocinio dei Comuni di Recanati e Potenza Picena, in collaborazione con A.G.E, Aiart Marche e Polizia Postale.
L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Media education, digital generation” e sarà finalizzata a promuovere maggiore consapevolezza delle dinamiche digitali, per evitare comportamenti scorretti o illegali. Questo pomeriggio, l’incontro avrà luogo al Campus “L’Infinito” di Recanati alle ore 18 e vedrà come relatori il dott. Lorenzo Lattanzi, Presidente regionale Aiart Marche e l’Ispettore capo della Polizia Postale di Macerata, Raffaele Daniele. L’appuntamento è aperto a tutta la cittadinanza, principalmente rivolto a genitori e insegnanti.
Riconoscere la Rete e il suo potenziale, la sua natura interattiva e partecipativa, attraverso la produzione e diffusione di contenuti, considerare i social media come strumenti di relazione che permettono di rimanere inter-connessi in ogni momento della giornata, ma che a volte presentano dei “lati oscuri”, è oggi fondamentale anche per gli adulti, affinché essi possano aiutare i propri figli e/o studenti ad “alfabetizzarsi” nell’utilizzo delle nuove tecnologie.
Educare ai media, con i media e grazie ai media digitali è uno dei “nuovi compiti” del genitore-insegnante 2.0. Per prima cosa però è necessario che l’adulto conosca il mondo dei social e impari ad adottare il suo stesso linguaggio (app, like, social..) così da stabilire una comunicazione più efficace e una relazione fondata sulla fiducia. Esplorare il web insieme può essere una buona soluzione, non basta più l’applicazione di “filtri”, l’adozione di qualunque mezzo di difesa e di controllo. Internet va considerato come uno strumento “aperto” e accessibile a tutta la famiglia, si può in questo modo, parlare apertamente con i figli anche dei rischi presenti durante la navigazione, come bloccare chi ci infastidisce, non fornire dati personali e cosi via.
Sabato mattina, presso la Scuola Secondaria di primo grado “San Vito” di Recanati, sarà invece relatore Giacomo Buoncompagni, presidente provinciale Aiart Macerata, che guiderà la riflessione e l’analisi delle nuove forme di comunicazione e relazione in Rete, con particolare attenzione al tema della violenza online e al fenomeno del cyberbullismo. Ancora troppo spesso i ragazzi si iscrivono e utilizzano i social come semplici passatempo, sono abili nello scaricare applicazioni o caricare foto personali, ma non completamente consapevoli e responsabili delle loro azioni in Rete, in quanto non riescono ancora a riconoscere il web come ambiente pubblico, connesso strettamente con il contesto sociale.
Ecco che all’interno di chat, per esempio, o nei commenti che seguono post che trattano tematiche complesse e sensibili come il sesso, l’immigrazione e così via, si rischia d’intervenire commentando in maniera violenta e superficiale, senza dar peso alle parole, ignorando la loro capacità di ferire anche al di là dello schermo, insultando e alimentando così la cosiddetta cultura dell’odio in Rete. Altro rischio riguarda l’isolamento sociale, il voler percorrere da parte dei ragazzi percorsi di micro-celebrità sul web, giocando con le loro identità. La macchina può offrire l’illusione della compagnia e allo stesso tempo rafforzare insicurezze inducendo ad evitare relazioni sociali disintermediate, considerate troppo impegnative e vulnerabili.
In questo percorso di conoscenza, consapevolezza, responsabilità nella comunicazione e nell’utilizzo dei nuovi media da parte di adulti e ragazzi, l’intervento delle forze dell’ordine in sinergia con il mondo dell’associazionismo è essenziale per conoscere rischi e conseguenze dei comportamenti illegali. Fenomeni di cyberstalking, cyberbullismo e pedofilia online sono ormai all’ordine del giorno e mietono vittime di tutte le età, spesso inconsapevoli di essere al centro di una violenza destinata a diventare pubblica e virale. Per questo la collaborazione tra associazioni e Polizia Postale può validamente rappresentare un punto di riferimento sicuro per famiglie, insegnanti ed educatori; uno strumento chiaro, utile e concreto per educare e educarci ai media ed imparare a conoscere e conoscersi, in una società sempre più interconnessa a livello digitale ma che, al tempo stesso, rischia paradossalmente di essere indotta dai media stessi all’individualismo e alla passiva rassegnazione.
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