“Non è mai troppo presto... per ripensare l’educazione nell’era digitale”: è il titolo del libro di Lorenzo Lattanzi,vice-presidente nazionale AIART e presidente regionale nelle Marche, che in occasione del 60° anniversario (1960-2020) di “Non è mai troppo tardi” s’ispira al grande maestro Manzi, parafrasando il titolo della storica trasmissione Rai e ribaltandone la prospettiva.
Intervista del prof. Marcello Soprani sul Telespettatore - N. 11-12 - Novembre/Dicembre 2019
Da dove nasce l’ispirazione di questa pubblicazione?
In realtà un’idea vera e propria di scrivere un libro non c’è mai stata. Sono sempre stato appassionato degli studi inerenti al rapporto tra i mezzi di comunicazione e l’educazione, ma da tempo avvertivo l’esigenza di andare oltre la passione e la lettura sporadica di articoli e libri per fondare scientificamente il mio impegno nell’Aiart e il lavoro nella scuola primaria. Dal 2013 al 2017 ho potuto concretizzare questa mia aspirazione realizzando un progetto di Dottorato di Ricerca presso l’Università Cattolica di Milano sul tema “Ripensare l’Educazione nell’Era Digitale”. Sono stato guidato da due tutor eccellenti: la prof.ssa Chiara Giaccardi, docente di Sociologia e di Antropologia dei media e il semiologo prof. Ruggero Eugeni. Grazie a loro ho potuto mettere a fuoco le diverse questioni mantenendo il giusto distacco dalla passione per la materia che rischiava di farmi essere meno rigoroso. Conclusi gli studi ho visto pubblicata su facebook la notizia del “premio Giannatelli” che il MED, associazione che potremmo considerare sorella dell’Aiart, bandisce ogni tre anni per individuare la migliore tesi di dottorato sui temi dell’educazione mediale. Ho deciso di partecipare e l’estate del 2018 sono stato selezionato tra i finalisti. Con mia grande sorpresa la mia tesi ha vinto il primo premio, che consiste proprio nella pubblicazione all’interno della collana scientifica Media Education del MED.
Quindi si tratta della pubblicazione integrale della tesi di Dottorato?
Non proprio. Ho ottenuto dal comitato scientifico del MED la possibilità di rielaborare il testo, attualizzandolo, integrandolo, cercando di renderlo più scorrevole, eliminando gran parte delle citazioni straniere e le parti che potevano appesantirlo troppo. Manca, ad esempio, il quarto capitolo della tesi in cui si riportavano gli esiti della ricerca sul campo con la tabulazione dei dati raccolti dal 2013 al 2016 su un campione di 611 adulti e di 1836 ragazzi delle scuole secondarie di I e II grado. Esperienza fondamentale per dare valenza scientifica al mio lavoro e da cui ho dedotto la successione degli argomenti e le diverse argomentazioni.
Quali argomenti affronta il libro?
Il libro affronta i temi dell’educazione nell’attuale contesto comunicativo partendo da tre prospettive: le scienze cognitive (I cap.), il contesto mediale e la rete (II cap.), gli scenari pedagogici per la famiglia e la Scuola (III cap.).
L’immagine di copertina, molto accattivante, rappresenta il dito di un bambino che sfiora il touchscreen di un tablet all’interno di un mouse. Ciò rende efficacemente l’idea del rapido sviluppo con cui le tecnologie della comunicazione si succedono e diventano fruibili sin dalla più tenera età.
Ho scattato personalmente la foto all’interno del mouse che rappresenta il format grafico della collana. Si tratta della manina di mia nipote Chiara, che ha appena compiuto due anni alle prese col tablet dei miei genitori, suoi nonni. Nella foto mia sorella, la mamma di Chiara, non si vede ma è dietro. Gli adulti non devono mai lasciare soli i bambini nelle loro esperienze mediali. Anche se non devono essere invadenti hanno l’onore e l’onere di accompagnare e dare un senso a ciò che i bambini sperimentano, provando a restituire profondità alla superficialità dello schermo, dotandoli di senso critico e responsabilità. Bisogna fare delle scelte educative sin dalla nascita preparandosi, oserei dire, dal concepimento proprio perché… non è mai troppo presto!
Nella prefazione il prof. Pier Cesare Rivoltella ha scritto “i contenuti del libro sono precisi e aggiornati e rappresentano un valido e sintetico sguardo sull’oggi della comunicazione, descrivendo un percorso di lettura lineare ed efficace […] un vademecum utile per tutti gli operatori dell’istruzione e dell’educazione, della pastorale, della prevenzione. Ma anche per i genitori…” un bel biglietto da visita per un testo definito “artigianale”…
La prefazione del prof. Rivoltella è un vero e proprio cammeo che impreziosisce la pubblicazione. Ha colto esattamente il mio sforzo nel cercare di mantenere il rigore dello studioso, evitando termini ampollosi e poco popolari, e al tempo stesso l’esigenza di non ridurre le argomentazioni ad un titolo accattivante per uno dei tanti instant book pubblicati sull’onda di emergenze emotive del momento, che rischiano di non restituire dignità e valore alla complessità dell’educazione.
In sintesi cosa si potrebbe dire per invogliare il lettore a leggerlo?
Se un paragrafo sembra troppo tecnico può essere saltato senza problemi. Ma con questo libro si possono approfondire temi indispensabili per praticare e diffondere un’educazione mediale che sia davvero incisiva, al di là di allarmismi e luoghi comuni da prima pagina. Le citazioni integrali, gli approfondimenti nelle note e la possibilità di trovare nel glossario interno le parole di cui si ignora il significato aiutano il lettore ad un percorso conoscitivo impegnativo, ma necessario e urgente. La sequenza delle varie teorie, spesso divergenti, esposte in successione, rende giustizia alla complessità delle varie questioni, passando dalla logica dell’aut aut a quella dell’et et. Ma forse la frase che racchiude di più il senso di tutta la pubblicazione è quella in cui, con una provocazione, ipotizzo che il nostro futuro non dipenderà tanto dalla correttezza delle risposte, quanto dalla qualità delle nostre domande.
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