Una delegazione dell’Associazione all’evento organizzato dal Ministero per presentare lo stato dei lavori del Piano Nazionale Scuola Digitale. Il racconto della giornata scritto dal Presidente Aiart Marche presente all’iniziativa insieme al Presidente nazionale Padula e alla vice presidente Costa.
[di Lorenzo Lattanzi] Che cosa portiamo a casa di questa esperienza? Tanta voglia di… essere!
Una voglia che precede e dà senso alla voglia di fare. Abbiamo sentito davvero forte l’esigenza per l’Aiart di esserci per… essere.
Nella giornata (il 26 luglio 2017) in cui il MIUR (Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha celebrato i primi 20 mesi del PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) invitando i principali attori dell’innovazione nel sistema formativo scolastico e accademico la presenza dell’Aiart non era e non può essere data per scontata. La nostra vocazione di Associazione cittadini mediali in questo contesto ha trovato e rinnova il senso della propria esistenza e del proprio impegno. C’è un grande bisogno di umanità mediale, un’umanità capace di proiettarsi e riprogettarsi nel nuovo panorama comunicativo e culturale.
La kermesse non si è limitata alla celebrazione del percorso iniziato con la riforma de La buona Scuola dal governo Renzi e proseguito con l’attuale governo Gentiloni, ma è stata l’opportunità di una riflessione plurale capace di promuovere le buone pratiche educative digitali come pure ascoltare le criticità che, di volta in volta, emergono nell’incontro del Paese.
Tutto bene dunque? Non proprio. Il dubbio legittimo che è affiorato al termine dei lavori di questa intensa giornata è il seguente: si partecipa a questi eventi per fare passerella oppure per essere davvero in ascolto della base e di chi sul campo dedica energie, tempo e fatica a un’idea d’istruzione nuova e al tempo stesso ancorata ai pilastri della cultura che hanno fatto grande la tradizione del nostro sistema formativo? Il punto fondamentale ci pare questo: senza rimpiangere il passato né al contempo fare salti in avanti, ma nel vuoto.
L’impegno nell’innovazione è tanto necessario quanto la capacità di rifuggire la tentazione di fare della Scuola uno spot per l’hi-tech che rischia di promuovere ancor più l’uso compulsivo anziché aiutare a maturare il corretto spirito critico e la giusta responsabilità dei principali stakeholder della scuola e dell’università (alunni- genitori- Insegnanti).
Noi dell’AIART ci siamo e ci saremo. Come sempre: pronti a dare il nostro contributo, non per il desiderio di potere o di denaro, ma per spirito di servizio, uno spirito che da sempre ci anima e che oggi ci fa provare sentimenti di gratitudine per aver potuto partecipare a questa esperienza. In un sistema comunicativo che rischia di costringerci nelle “filter bubble” o nelle “echo chamber” dell’autoreferenzialità, l’Aiart cercherà di continuare a esercitare la sua opera di moral suasion. Un piccolo nodo il nostro, ma anche il potenziale inizio della tessitura di una trama più ampia, in cui non possiamo limitarci a fare rete, ma dobbiamo esserla. Noi ci siamo e ci saremo, appunto.